venerdì 2 novembre 2012

vittoriano borrelli, le parole del mio tempo...: SE ANCHE LA VITA FOSSE UNA LIVELLA …

SE ANCHE LA VITA FOSSE UNA LIVELLA …



La ricorrenza del 2 novembre mi fa ritornare alla memoria la bellissima poesia di Antonio De Curtis, in arte “Totò”,  ‘A Livella.
Questa straordinaria opera del grande comico napoletano è di una saggezza filosofica che ha pochi eguali nel panorama letterario internazionale, ed è ancora oggi uno dei capolavori più apprezzati e amati. Ne è una testiomianza la sua traduzione in molte lingue e dialetti.
La poesia, com’è noto, racconta il diverbio fra due defunti, un marchese e un netturbino, dovuto alla vicinanza delle rispettive tombe: irriguardosa per il nobile che rammenta il suo passato glorioso e blasonato, irrilevante per il netturbino che gli ricorda che la morte ...”è una livella”, perché le differenze sociali invocate sono “pagliacciate che le fanno solo i vivi”.
La struttura e la scorrevolezza dei versi sono così ben impostate da far accostare l’opera ad un vero e proprio romanzo in cui la concisione e l’immediatezza dei significati e degli spunti di riflessioni  appaiono in tutta la loro compiutezza ed efficacia: il lettore nelle poche pagine di cui si compone la poesia  è coinvolto in un pathos emotivo ficcante e atemporale.
Come direbbe un noto presentatore e giornalista televisivo, una riflessione sorge spontanea: se il mondo dei più è cosi livellato, perché da vivi non si riesce a raggiungere questo fine sublime e supremo?
E, soprattutto, perché rinunciare a godersi una vera e propria uguaglianza sociale procrastinando questo valore assoluto, tanto decantato nei proclami, nel momento del trapasso ultraterreno?
Forse dovremmo visitare più spesso i cimiteri per ricordarci di quanto l’accanimento, i litigi, l’indifferenza e le prevaricazioni siano così vuoti e inutili al cospetto delle cose che contano veramente nel nostro vivere civile.
Se anche la vita fosse una livella …

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